Diablo III

Dopo anni e anni d’attesa, di cloni più o meno riusciti, e di fantastici ricordi, è finalmente arrivato il momento tanto atteso, il giorno della verità. Sarà l’ennesima delusione a causa delle eccessive aspettative, o sarà una rivoluzione? Ebbene, è il momento di parlare di “sua santità el Diablo“!Il primo capitolo, comprato senza aspettative, si rivelò uno dei giochi più divertenti e rigiocabili mai installati sul mio computer, sopratutto grazie all’innovativo sistema online e all’infinità di mod per hackerare tutto quanto.

Devastare tutto e tutti con la Spada di Lancil9 non aveva prezzo!

Nel seguito invece mi dedicai unicamente al single player. Titolo abbastanza lungo, relativamente facile da portare a termine, meno arginato del primo capitolo (che era ambientato unicamente in dungeon), ma anche molto meno affascinante, e graficamente non così rivoluzionario come il primo.

Partendo dal presupposto che Diablo III, per essere un Diablo, sarebbe dovuto rimanere un limitato hack’n’slash, ho speso i miei 59 euro e, dopo mezz’ora di installazione, mi son potuto gustare subito un bell’errore 37, alias “stasera non si gioca”. Eggià, perché per giocare a Diablo III, anche in single, bisogna necessariamente essere online, sperando che i server Blizzard non abbiano problemi.

Il giorno dopo, fortunatamente, il gioco è partito, e le prime impressioni (ricavate nel giro di 6-7 ore) si sono rivelate profetiche: se sulla scatola ci fosse stato scritto Diablo II Expansion Pack, non si sarebbe stupito nessuno.

Diablo III non solo è il solito hack’n’slash, ma, oltre a non aggiungere niente alla saga, la priva anche delle pochissime personalizzazioni presenti nel predecessore. Come gli altri titoli rimane incredibilmente lineare: non aspettatevi particolari subquest, o storielle distaccate dalla trama principale.

I nemici, abbastanza vari (ma non troppo), si dimostrano nella maggior parte dei casi rivali molto facili da eliminare, proprio come facili sono i vari boss che incontreremo per strada (almeno fino alla conclusione del secondo atto, dove c’è un avversario abbastanza tosto da richiedere una strategia per affrontarlo).

Indubbiamente il titolo è “user friendly” e “for dummies”, e vi assicuro che nelle prime 4-5 ore non vi ricorderete nemmeno di aver un tasto adibito all’utilizzo delle pozioni.

Cercando “donna allibita” su Google Immagini

Nonostante tutto, quelli che sto definendo difetti sono sempre stati i punti saldi e fondamentali di questo gioco e, a prescindere dall’hype creata in questi anni, il mantenuto gameplay dei predecessori rende anche Diablo III una droga, non perché siamo davanti ad un gioco fantastico e rivoluzionario, ma perché siamo davanti a Diablo: niente di più, niente di meno.

A livello tecnico quello che ci viene mostrato non è niente di speciale, anche se graficamente è stata fatta una scelta stilistica precisa. La colonna sonora è sempre piacevole, azzeccata e mai invasiva, mentre i suoni sono sempre mirati a offrire quel senso di onnipotenza creato dall’uccisione di decine e decine di nemici (anche) contemporaneamente.

Nota a parte invece per il doppiaggio in italiano: sicuramente buono, ma, oltre all’evidente limitazione di decine di personaggi doppiati dalla stessa persona, siamo anche davanti alle solite voci che, senza nemmeno lo sforzo di cambiare un accento, doppiano tutti i videogiochi nella nostra lingua (provare per credere).

In conclusione, sicuramente dalla Blizzard ci aspettiamo grandi cose per quanto riguarda l’online, ma, lasciando perdere le assurde aste (si potranno comprare oggetti di gioco con soldi veri), sembra che tutto girerà intorno al mostrarsi davanti agli amici con l’arma o l’armatura più figa del gioco, questione che personalmente trovo poco interessante.

Ora scusate, ma riprovo a collegarmi: hai visto mai che i server siano tornati online!

…e se saranno offline…

 

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