House of Cards – le prime due stagioni

aColpito dalla pubblicità, dai suggerimenti e da una buona passione per i film di Kevin Spacey, mi sono sparato in pochi giorni entrambe le stagioni uscite di House of Cards.

Immaginatevi una serie incentrata su Petyr Baelishambientata alla Casa Bianca, e avrete House of Cards.

In un periodo in cui tutti i programmi puntano su storie a largo respiro quasi mai autoconclusive, dove la regina delle Serie TV è Games of Thrones, il nuovo prodotto di David Fincher emerge  e si erge a ottimo prodotto confezionato a regola d’arte.

Partendo dal presupposto che non ho conoscenze delle meccaniche politiche americane, la descrizione degli eventi narrati risulta da subito credibile e facilmente ricollegabile al panorama italiano.

Anche in America i politici hanno l'occhio lungo...

Anche in America i politici hanno l’occhio lungo…

Il paragone viene facile perché il protagonista, Frank Underwood, partendo da una carica più o meno importante, si ritrova, senza essere mai stato eletto dal popolo, a scalare i vari gradi di potere. [Forse è meglio chiuderla qui.]

Kevin Spacey si presta bene a rappresentare un personaggio pragmatico, passionale e criptico. Un personaggio di cui, malgrado tutto, ti fideresti.

Pur conoscendo i suoi doppi fini, puntata dopo puntata lo stupore non scema. Al contrario si continua a rimanere affascinati dai suoi doppi giochi fino alla fine.

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Frank non è certo un personaggio positivo, come non è la moglie e gran parte di chi gli sta intorno, ma il suo carisma è palpabile, tanto da lasciare sempre il dubbio che la prossima mossa sarà quella della redenzione, e che, in fondo, tutto quello che ha fatto lo ha fatto per il bene del paese.

House of Cards ha il merito di illustrare al popolo un sistema corrotto e deviato, rendendo credibili certe dinamiche che normalmente rimarrebbero relegate in qualche blog complottista di bassa lega.

Tra la prima e la seconda stagione le differenze non sono molto marcate, l’evoluzione dei personaggi non è evidente, e bisogna prendere atto che il fulcro della serie è proprio la recidività di tutti nel tenere comportamenti opinabili.

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Nonostante certe imperfezioni e alcuni dialoghi noiosi, non posso che consigliarvi questa serie, sicuro che nessuno tornerà indietro per lamentarsene.

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