Doomsday

Un po’ Resident Evil 2, un po’ 28 giorni dopo, un po’ Highlander e un po’ Mad Max, questo Doomsday è passato inosservato nei cinema italiani, rimanendo così nell’anonimato quasi totale. Con qualche giorno di ritardo rispetto alla settimana zombie, arriva la recensione di un film che ha diversi motivi per essere considerato alla pari dei film con i morti viventi.

La sua sfortuna è che è arrivato troppo tardi, quando ormai era inevitabile fare paragoni ad ogni sua scena.

D’altro canto i motivi per darci un’occhiata ci sono… e si chiamano Rhona e Mitra!L’abbiamo conosciuta come la prima Lara Croft in carne e ossa, l’abbiamo amata nella parte della poliziotta sexy in Nip/Tuck e l’abbiamo un po’ odiata in Boston Legal. Era inevitabile che qualcuno la prelevasse dal mondo della tv per portarla sul grande schermo.

Finalmente una parte aderente al suo talento!

Probabilmente la pubblicità di Doomsday non fu eccessiva e il periodo agostino in cui uscì in Italia non si dimostrò vincente, ma, almeno per una volta, il successo è andato di pari passo con la qualità della pellicola.

Per correttezza bisogna ammettere che non ci troviamo davanti ad un film brutto: è una pellicola piacevole e a tratti gustosa. Se lo spettatore non è un cultore di cinema, sicuramente apprezzerà questo film, ma se al contrario conosce bene i film citati a inizio recensione allora rimarrà avvolto da un senso di deja vu che lascerà trasparire una povertà di idee non indifferente.

Riapparirà così la solita eroina di un mondo post-apocalittico. Tornerà il solito posto, in questo caso la Scozia, colpito da uno strano e imbattibile virus e quindi bloccato in una quarantena in cui chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori.

L’eroina dovrà raggiungere ground zero per trovare un vaccino al virus, ma troverà un clima tutt’altro che ospitale.

Vedi a non prendere precauzioni!

In questo caso però gli avversari non saranno i soliti zombie ma i sopravvissuti, divisi in due grosse fazioni, la prima composta da fastidiosi punkettoni che prenderesti a schiaffi, la seconda da metallari con il pallino per il fantasy. Se i primi vivono in totale anarchia, si cibano di carne umana, ballano e fan casino come succedeva in Mad Max, i secondi si nascondono in castelli scozzesi e, inspiegabilmente, vivono in pieno stile medievale, girando con addosso armature e spade in sella a poveri cavalli che ancora una volta si sono prestati al cinema senza essere pagati.

“I cavalli dei miei film non mi hanno mai chiesto un soldo!”

La forza di alcune scene eleverà il film a qualcosa di decente, superiore a quelle pellicole horror insapore che invadono le videoteche e riempiono le videorecensioni trash su YouTube.

Purtroppo non c’è molto altro da dire. Il film potrebbe anche essere consigliabile e, nel calderone di scopiazzature, riesce nell’intento di stimolare l’immaginario dello spettatore e talvolta a coinvolgerlo, ma rimane pur sempre una produzione evitabile.

…e Lara Croft continua ad avere incarnazioni interessanti!
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