Il Calabrone Verde

Carissime amiche che ci seguite solo per avere suggerimenti per passare la serata, ci scusiamo per la lunga assenza di recensioni dal cinematografò, ma eravamo troppo impegnati a rivangare, un po’ vergognandocene, i vari videogiochi nerd con cui rinunciammo sin da infanti ad un qualsiasi tipo di vita sociale.

Per il grande ritorno però, abbiam deciso di invertirci i ruoli, e questa volta sarò io a parlare di un genere che ho sempre apprezzato senza però mai approfondire il rapporto con la controparte ispiratrice: i film di matrice fumettistico/supereroistica.

Preparate le calze della nonna e ritagliate lo scatolone del pandoro Bauli perché è tempo di indossare il nostro costume da supereroe!Ebbene, dopo l’invalicabile successo de Il cavaliere oscuro sembrò controproducente fare film sui classici dei fumetti americani, così fu intrapresa la strada dei personaggi minori, inventati ex novo o conosciuti solo dal proprio scrittore e dall’eminente Dr. B.

I titoli che uscirono, come Push, Scott Pilgrim, l’ottimo Kick Ass e chissà quanti altri, presero tutti una certa distanza dagli standard d’intrattenimento imposti inizialmente da Spider-Man, X-Men e dalle varie brutte copie (vedasi Catwoman, Daredevil ed Elektra).

Film per le famiglie

Evidentemente era arrivato il momento di esplorare nuove strade, forse grazie anche alle innumerevoli serie televisive nate in seguito al boom dei supereroi. Così nel bene o nel male uscirono decine di titoli incentrati sul quanto fosse difficile, o divertente, possedere delle abilità sovraumane (leggasi Hancock, Gli Incredibili ecc.).

Signor Marilyn, ebbasta con ‘sti costumi da Joker venuti male!

Data la complessità del trasformare un personaggio potenzialmente adatto a tutti in pellicola complessa e seriosa, Il Cavaliere Oscuro non ha avuto una grossa coda di cloni, ma in seguito a Nolan (o in concomitanza) è partita una nuova era di film maturi ispirati ai fumetti, quella dei film tratti da graphic novel, sempre apprezzate ma raramente meritevoli (sì, 300 è una bella merda!).

Ma lasciamo perdere questa demagogia al limite del lapalissiano e passiamo al film in questione.

Il Calabrone Verde è la classica pellicola superflua.

Penserete che sto esagerando a smerdarlo subito così, ma lasciatemi parlare perché quello che voglio dire non è che il film sia brutto brutto, ma che è effettivamente inutile. Dalla proiezione emerge subito che l’impostazione è votata unicamente a strappare risate, senza nemmeno cercare di dare prestigio a un personaggio che, da profano, mi sembra alquanto insulso e povero di buoni spunti. Allo stesso modo, però, è importante dare merito ad un’opera fatta col cuore e con una visibile passione per la coppia di eroi più eterogenea che abbia mai visto.

Un americano e un cinese. Chissà chi dei due lavora e chi si prende i meriti…

Trovare interesse in un personaggio che si chiama Il Calabrone Verde richiede senz’altro una grossa dose di compassione ma, una volta accettata la cosa, vedere i due protagonisti creare e utilizzare tecnologie sempre più esaltanti si scopre un’esperienza più che gradevole, di buon intrattenimento, ma allo stesso tempo meno commerciale di Spider-Man o altri film visibilmente fabbricati a tavolino, senza anima e amore per il personaggio.

“Vogliam parlare del cattivo più sprecato della storia del cinema?” “No!”

Difficile catalogare questa pellicola tra quelle imperdibili, ma senza problemi posso consigliarla a chi è in cerca di un paio d’ore tranquille e di buon intrattenimento.

Ma poi, oh, quello che se ne intende di fumetti e supereroi è quell’altro!

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