Tron Legacy

Motociclette che giocano a Snake e partite a frisbee in stile Windjammers non vi dicono niente? Strano, perché sono alcune tra le più famose e inflazionate scene di Tron, il film che a suo tempo si creò una schiera sufficiente di fan da giustificarne la fama di cult, che ha creato e lasciato qualcosa a tutto il cinema.

Parole le mie che derivano dalla presenza in decine di film, cartoni animati e videogiochi di citazioni a questo piccolo diamante grezzo d’epoca. Per potersi permettere un seguito però non basta la fama di cult, serve il successo, qualche idea originale e tanti, tanti soldi. Oppure servono 28 anni e un periodo di smania per i remake fantascientifici.Già. 28 anni. Tanto è passato da quel giorno in cui qualcuno alla Disney, nel tentativo di sfruttare la scia fantasy-fantascientifica di Guerre Stellari, permise al progetto Tron di diventare realtà. I fatti furono che il film risultò troppo avveniristico nella storia e nel concept, e troppo anni 70 nei tempi di narrazione. Ne uscì quindi un film da anni 90, che avrebbe richiesto effetti speciali da anni 90 e la mente aperta del pubblico degli anni 90, raccontato con ritmi d’azione troppo “pollege” da figli dei fiori. Un film che, non mi vergogno ad ammetterlo, non era poi così facile da seguire fino alla fine.

È nato prima il frisbee o il disco di Tron?

Ciò che c’era di buono, tra l’altro, venne rubato senza alcun ritegno da altri film che ebbero sorte migliore al botteghino. Mi sto riferendo a Matrix? Beh, sì, anche! Ma ci aggiungerei Il tredicesimo piano, Nirvana ed Existenz, che da Tron prendono la bella idea di entrare in un programma ostile in cui il rischio di rimanerci secchi è sempre dietro l’angolo.

Per essere più precisi bisognerebbe scavare un po’ meglio, e allora scopriremmo che prima di Tron era già uscito tale Il mondo sul filo, e che se si cambia tipo di media, la letteratura ci mostra tantissimi romanzi in cui il lettore viene catapultato dentro il racconto. Ma noi siam qui per parlare di Tron Legacy, quindi lasciamo stare ‘sto discorso e cominciamo a parlare di eccitanti femmine in tutina…

“Finally qualcuno ke non mi chiama in question for my bellezza! Thank you Reachensopolis!”
(da leggere con leggero accento americano)

Lei è solo uno dei motivi per cui vale la pena guardarsi questo film. Questo secondo capitolo infatti non è altro che una versione aggiornata e più veloce del film dell’82. Potremmo quasi dire che è un tributo, in quanto non solo viene rispettato il tempo passato dagli avvenimenti del primo film, ma viene data una cura quasi maniacale nel riprodurre la rete esattamente come era negli anni 80, riuscendo nella difficile impresa di usare effetti e colori moderni senza snaturarne il mondo, rendendo il tutto semplicemente giustificabile come un’evoluzione della tecnologia all’interno del programma.

Ecco allora che rivedremo quasi tutte le cose belle del primo film, ma, questa volta, senza mai annoiarci. Tron Legacy è infatti una pellicola molto veloce e piena di azione, e anche quando non c’è l’azione i dialoghi risultano interessanti e ben sviluppati, proponendoci sempre personaggi affascinanti e sufficientemente caratterizzati. È innegabile, a questo proposito, che vedere Jeff Bridges vecchio confrontarsi con il CLU dalle sue stesse sembianze giovani è un bel divertimento (anche se il Jeff Bridges giovane è visibilmente fatto in cgi).

“Ehi, son pur sempre un uomo fatto di bit come tutti!”

La trama, come dicevo, riprende con passione il primo film, concedendo comunque interessanti spunti e offrendo una piacevole sequenzialità alla storia. Qua, infatti, il figlio di Flynn, che non vede il padre da 20 anni, viene invitato a entrare nella rete dove scopre il mondo che gli veniva raccontato da bambino, fatto di tute luminose e cieli scuri. Per poter fuggire dalla rete ancora una volta sarà necessario confrontarsi a suon di videogiochi e combattimenti contro poveri software abbandonati, fino allo scontro (non scontro) finale col cattivone digitale.

Menzione a parte andrebbe fatta per le musiche dei Daft Punk, assolutamente azzeccate e evocative, che combinano Giorgio Moroder e Vangelis in modo perfetto, quasi a richiamare i due mostri sacri delle colonne sonore futuristiche degli anni 80.

Vincendo in atmosfere, intrattenimento e azione, Tron Legacy si dimostra, oltre ogni aspettativa, un ottimo film, meno di nicchia del primo e sicuramente all’altezza come contenuti.

Finalmente Tron nella veste che avrebbe meritato da subito.

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